LA STORIA DI CREMINA

LA STORIA DI CREMINA

Vi ricordate quando nell’ articolo di Dante vi avvertivo che probabilmente le storie che qui racconto avrebbero spesso avuto un triste epilogo? E’ con grande piacere che comincio subito a smentirmi : questa sera, infatti, sono felice di raccontarvi una bella storia, la storia di Cremina.

La storia comincia con un annuncio su internet : oggetto di questo annuncio è proprio Cremina. Le foto allegate sono molto indicative e vorrei commentarle con voi perché ci aiuteranno a capire come valutare in maniera immediata lo stato di salute di un cincillà. Questo per l’appunto si trattava di un annuncio per la vendita dell’animale e solo il fato ha voluto che finisse nelle giuste ed esperte mani del Team La Plata; se non fosse andata così Cremina probabilmente sarebbe capitata nelle mani di un proprietario che, per quanto dotato di tutte le più amorevoli intenzioni, non avrebbe avuto l’esperienza adatta per prendersene cura.

Questo rischio può essere evitato ponendo l’attenzione a piccoli particolari che faranno in modo che la vostra avventura con il cincillà non abbia un destino già segnato.

Cosa valutiamo quando ci troviamo davanti ad un cincillà in vendita?

  • STATO GENERALE: ricordiamoci che il cincillà è un animale curioso e attivo. Cerchiamo di valutare, quindi, come risponde agli stimoli esterni: per fare questo è necessario osservarlo per più tempo e non accontentarsi di due minuti spesso troppo sbrigativi (fidatevi che non è tempo sprecato). Se pensiamo che il cincillà sia in un ambiente che lo stressa alterandone il comportamento (come un pet shop affollato) chiediamo al proprietario di poter prendere un attimo confidenza con l’animale in un posto più tranquillo. Guardiamo come si comporta quando avviciniamo la mano: un animale calmo e curioso è quello che fa per noi. Se si dimostra impaurito o addirittura aggressivo potrebbe voler dire che l’animale è stressato o addirittura potrebbe rappresentare una risposta eccessiva ad uno stimolo minimo indotta da una qualche situazione di dolore che lo porta a voler essere lasciato in pace: ad ogni modo non sono segnali favorevoli.
  • CONDIZIONI AMBIENTALI : assicuriamoci che l’animale sia stato tenuto in condizioni adeguate in termini di cibo e igiene ( vedi “il mondo del cincillà”). Se così non fosse aumenterebbero di molto le probabilità di portare a casa un animale in uno stato di salute precario.
  • PELO: come sempre rimane un ottimo indicatore. Deve essere setosa al tocco, omogenea e regolare. Potete anche soffiare sul pelo e valutare che siano visibili tre cerchi concentrici omogenei : due più scuri inframezzati da una striscia bianca(vedi “Il mondo del cincillà”). Non devono essere presenti ne aree prive di pelo ne aree in cui il pelo sembri umido ( in particolar sul muso e nelle zone genitali).
  • FECI: devono essere della giusta forma, misura e consistenza. Nella gabbia non devono esserci feci che rimangono incollate agli accessori della gabbia o al pelo dell’animale.
  • CONDIZIONE FISICA: questo sarà più facile se il proprietario vi concede di prenderlo in mano. Già solo alla vista potete valutarne le forme : dico così perché molto spesso uno stato di malessere, disidratazione e iponutrizione è segnalato dalla cosiddetta “gobba”. La gobba non è altro che una sporgenza pronunciata della colonna a livello del garrese che risulta particolarmente evidente nell’animale a riposo. Oltre a questo segno potete anche prendere in mano l’animale : potreste sentire le coste che diventano eccessivamente palpabili o addirittura quasi visibili indicando grave iponutrizione. Allo stesso tempo valutate il tono muscolare dell’animale : non conoscendovi proverà quasi di certo a divincolarsi e voi potete quantificare la forza con la quale agisce per vedere che sia in forma e non debilitato. Per ultimo ma non per importanza bisogna valutare i denti dell’animale .Con anni di esperienza si possono palpare addirittura le radici che presentano una crescita non regolare ma una cosa che potete fare tutti è controllare gli incisivi attraverso l’apertura della bocca: devono permettere la masticazione e devono essere di un colore giallo-arancio e non bianchi ( segno di carenze minerali nutrizionali).

Questi accorgimenti sono sicuramente solo alcune delle cose da valutare per stabilire lo stato di salute dell’animale ma ci aiutano sicuramente a evitare di cadere in tranelli in maniera grossolana.

Cerchiamo ora di applicare questi criteri al caso di Cremina. In questo caso risulta ancora più difficile perché si tratta di un annuncio su internet però le foto allegate all’annuncio ci consentono comunque di fare alcune considerazioni:

  • E’ difficile valutare lo stato generale da una foto ma un occhio esperto può vedere come lo sguardo di Cremina sia particolarmente spento se non addirittura sofferente. Altro segnale è la coda : la coda non è adesa al corpo ma tende a tenerla stesa per mancanza di tono muscolare derivante probabilmente da uno stato di malessere generale.
  • Le condizioni ambientali sono apparentemente ottimali dal punto di vista igienico (tuttavia poco attendibili per la completa assenza di feci) e sembra che il cibo non le manchi : tuttavia vorrei far notare la completa assenza di fieno e la dose di cibo troppo elevata.
  • Il pelo è in pessime condizioni e disomogeneo e sembra che alla commisura dell’occhio abbia del pelo umido.
  • La condizione fisica mostra perfettamente il classico segno della “gobba” particolarmente pronunciato.

Questo ci dimostra come anche da una foto si possa valutare lo stato di salute dell’animale e prendere delle decisioni in maniera consapevole.

Per fortuna, però, la storia di Cremina non è finita così. Nonostante dalle foto si potesse vedere quali erano le sue condizioni è stata presa da un anima caritatevole che si è successivamente rivolta ai consigli preziosi del Team La Plata e, ovviamente, dei veterinari.

Ognuno di noi si potrebbe trovare in una situazione del genere mosso da compassione e la cosa giusta da fare è rivolgersi a veterinari specializzati o comunque alle indicazioni dei più esperti. Nel frattempo cosa possiamo fare ?

  • Tenere l’animale in un ambiente riscaldato o addirittura sotto una lampada riscaldante se le condizioni lo richiedono ( attenti a non ustionare il cincillà) in modo che non sprechi energie per termoregolarsi e combatta un eventuale ipotermia.
  • Assicurarsi che abbia acqua a disposizione sempre fresca. Fornite sia un beverino a goccia che una ciotolina perché non potete sapere come è stato abituato l’animale e comunque in ogni caso magari è invogliato a bere da una ciotolina.
  • Se pensate di tenere l’animale per più tempo tenete monitorato il peso perché è un parametro affidabile e preciso che potrete riferire al veterinario.
  • Assicuratevi che mangi e offritegli fieno di ottima qualità e pellet. Se così non fosse dovrete passare ad una alimentazione forzata (essenziale). Esistono in commercio diversi preparati liofilizzati per mammiferi erbivori da ricostituire con l’acqua: quello forse più famoso e più reperibile è il Critical Care della Oxbow. Questo è stato più volte un fedele alleato dei nostri cincillà ed è appositamente formulato per contenere tutti i nutrienti essenziali di una dieta completa e ricca di fibre. La polvere va ricostituita con acqua fino a raggiungere una consistenza cremosa e si ottiene solitamente con una parte di polvere e due parti di acqua tiepida. La pappetta va somministrata o con un cucchiaio se l’animale dimostra interesse sufficiente o con una siringa senza ago forzando delicatamente l’animale a mangiare. Le dosi sono indicativamente di tre cucchiai da tavola al giorno per chilo di animale( circa 16gr). La parte in polvere va conservata ben chiusa mentre la parte ricostituita andrebbe consumata nel giro di 24 ore. Se comunque non abbiamo a disposizione il Critical Care una buona soluzione può anche essere quella di ammollare il pellet con un po’ di acqua fino ad ammorbidirlo a sufficienza ( dipende abbastanza dal tipo di pellet) e cercare di invogliare l’animale a mangiare. Quest’ultima soluzione è anche molto efficace per riabituare l’animale ad alimentarsi in maniera autosufficiente: lasciamo la pappetta in una ciotolina all’ interno della gabbia e controlliamo se nell’ arco della giornata l’animale tende a cibarsene.
  • Controllate la misura e la consistenza delle feci in modo da riferirle al veterinario.

Questo è quello che chiunque può fare in attesa di rivolgersi quanto prima ad un veterinario che effettuerà una visita più specialistica e accurata. Nel caso di Cremina sono bastate le cure attente ed esperte del Team La Plata per riassicurarle una nuova vita e una nuova casa con un nuovo compagno anch’esso “speciale”, ma non anticipo nulla perché lui sarà il soggetto della prossima storia!!!!

Emanuele Moggia

 

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